Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Cultura

È morta la regina Zaha e io non posso crederci

Ap
Ap 

A dire la verità non ci credo. Non ci posso credere. Alla morte, sempre, è difficile abituarsi ma ancora peggio e' non farci caso. Sto lavorando, sto girando, quando arriva un messaggio di mia madre: È morta Zaha Hadid. Quanto mi dispiace, aggiunge.

Io rispondo subito che non è possibile. Che cosa dici. Ma come, quando, dove e perché...

Continuo a scrivere qui, sul mio cellulare - usando mail - quello che avrei detto a mia Doriana, mia madre e al suo stupore pieno di affetto.

Per me è sempre stata una figura mitologica, una regina, che sento nominare dall'infanzia e che ho conosciuto tanti anni fa.

Ho ricordi vaghissimi, confusi, di lei. Da molto prima che inaugurasse il maxxi che ha firmato.

Scarpe con tacchi sottilissimi, vestita di designer giapponesi, su motoscafi veneziani in apparizioni lampo. Ma soprattutto la ricordo a cena, a Roma, tantissimi anni fa, in una casa che non è più la mia.

A prescindere dalla sua bravura, dal suo lavoro, dal suo carattere piuttosto duro, è stata una stella fissa.

E non per una vicinanza speciale ma perché simile ad una "radiazione" di fondo della mia vita. Un nome, delle forme, uno sguardo, ricorrenti.

Non ho più molto a che fare con l'architettura, almeno non direttamente. Ma resta sempre un legame profondo, puramente affettivo, con lei, l'architettura.

E la signora Hadid, insieme ad altri, è stata e sarà una signora dell'architettura. E per sempre un'ombra grandiosa della mia infanzia, stranamente disegnata con una geometria inaspettatamente semplice e regolare.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione