Economia

Confindustria spaccata: Boccia sarà presidente per soli nove voti

La sfida tra Boccia (a sininstra) e Vacchi ha premiato il primo 
Il salernitano batte Vacchi 100 voti a 91. Ora sarà l'assemblea generale del 25 maggio a ufficializzarne l'elezione. Le prime parole dello sconfitto: "Ora non ci sia spaccatura". Ma Montezemolo: "Persa una occasione"
 
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MILANO - E' Vincenzo Boccia il nuovo presidente di Confindustria, designato dal Consiglio generale degli industriali. Ora sarà l'assemblea generale del 25 maggio a ufficializzarne l'elezione. L'imprenditore salernitano batte il bolognese Alberto Vacchi per 100 voti a 91. A votare erano i 198 componenti del Consiglio Generale per una sfida che si presentava fin dall'inizio come un serrato testa a testa. Il debutto ufficiale è previsto il giorno dell'assemblea generale, nel corso della tradizionale assise annuale dell'associazione degli industriali.

"Questo voto testimonia che in Confindustria ci sono due posizioni diverse ma ora non deve emergere una spaccatura". E' stato il primo commento di Vacchi dopo la sconfitta per uno "scarto minimo" nella corsa alla presidenza di Confindustria. "La priorità adesso - dice - è identificare una squadra forte per il prossimo futuro perché ci attendono sfide non banali". A caldo, però, prevale la preoccupazione per un fronte diviso quasi a metà: "Dispiace molto vedere una Confindustria così spaccata", ha detto l'ex presidente Luca Cordero di Montezemolo, spiegando che "si è persa l'unica occasione di un vero cambiamento". Montezemolo ha espresso un forte rammarico: "Vedere una Confindustria così spaccata" deve essere "un motivo di profondo rammarico per il presidente uscente", Giorgio Squinzi.

Confindustria, Boccia: "Le difficoltà non ci permettono di litigare"

Per quest'ultimo, il risultato "molto incerto" conferma "la validità della riforma Pesenti. Ha vinto la democrazia". Dal canto suo, il presidente designato ha provato a frenare le polemiche: "Le complessità che abbiamo di fronte non ci permettono il lusso di litigare all'interno: questa Confindustria riuscirà a costruire un percorso di evoluzione, continuità e di cambiamento".

I profili dei candidati

Boccia, campano del 1964 sposato e con due figlie, è l'ad di Arti Grafiche Boccia, azienda di famiglia che opera nel settore grafico da oltre 50 anni. La società, nata dall'intuizione del padre, Orazio Boccia, attualmente conta 160 dipendenti ed ha un fatturato di oltre 40 milioni di euro per un terzo realizzato all'estero. La carriera in Confindustria inizia negli anni Novanta, con la partecipazione attiva al gruppo dei giovani imprenditori. Nel 2000, dopo essere stato presidente degli under 40 di Salerno e leader regionale dei giovani della Campania, è stato scelto da Edoardo Garrone come vicepresidente nazionale dei giovani. Nel 2009 ha assunto la carica di presidente nazionale della piccola industria e, di diritto, quella di vicepresidente di Confindustria. Da quell'incarico è entrato nella commissione di riforma presieduta da Carlo Pesenti che ha disegnato il nuovo assetto organizzativo del sistema. L'attenzione per le Pmi si manifesta anche in Borsa Italiana, dove è numero uno dell'advisory board per le piccole imprese.

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Il suo programma intitolato "Confindustria per l'Italia" chiede di ribadire "la centralità dell'industria come principale antidoto alla stagnazione e alla bassa crescita". I tre pilastri fondamentali del sistema sono: identità, rappresentanza e servizi. Per Boccia, il ruolo dell'impresa e di Confindustria "diventa focale in questa situazione fragile ma positiva". Dovrà essere, si legge nella sua piattaforma, "di progetto, proposta e  denuncia, inclusiva e non elitaria, capace di fare sintesi tra le esigenze dell'industria e quella del Paese". Gli industriali, ultimato il voto per la designazione del nuovo presidente scegliendo tra Vincenzo Boccia e Alberto Vacchi, hanno dedicato un lungo e sentito applauso a Vittorio Merloni. L'industriale marchigiano, in passato presidente di Confindustria, è da lungo tempo assente dalla scena pubblica per motivi di salute, e non era quindi presente al voto.
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